Il Friuli Venezia Giulia grazie a un gruppo del Battaglione Alpini Gemona riavrà uno dei sentieri più famosi della regione, dove è stata scritta una pagina di storia di quella che fu la guerra di montagna durante il primo conflitto mondiale.
Si tratta del sentiero Cai 649 «Battaglione Alpini Gemona», che sarà completamente ripristinato entro settembre e completerà l’offerta turistica della valle recuperando una delle più belle ferrate storiche alpine e, allo stesso tempo, collegherà idealmente il parco tematico della Val Saisera e quello di Pontebba. Il progetto si chiama «Su pei Monti» ed è stato ideato e coordinato dall’associazione «Mai Daur», che nel 2015, grazie al patrocinio delle amministrazioni locali e della Julia, alla collaborazione del Cai, delle guide alpine e dei gruppi Ana, delle scuole di alpinismo e scialpinismo del territorio, ha già completato una serie di interventi importanti per il recupero del Gemona: la sistemazione del sentiero di arrivo al monte Piper, il ripristino del tratto Jof di Miezegnot-Piper, la pulizia del ricovero Bernardinis e dei sentieri di accesso alla Forchia di Cjanalot.
Nei prossimi mesi i lavori si concentreranno sul ripristino del tratto di galleria Due Pizzi, sulla manutenzione del ricovero Bernardinis e dei relativi sentieri di collegamento e sulla messa in sicurezza tratto Cuel Tarond-Sella Bieliga. Una volta ottenuta di nuovo l’agibilità da parte della commissione sentieri Fvg, il percorso sarà segnato e saranno anche posizionate le tabelle storiche con foto e contenuti in italiano, tedesco e inglese. Ad ospitare la presentazione del progetto, che ha coinvolto sponsor privati e donazioni per una cifra di circa 30 mila euro, è stata ieri mattina la Brigata alpina Julia. «Per noi fare da regia per ripristinare questo sentiero - ha spiegato il vicepresidente di Mai Daur, Carlo Uccelli - ha un valore affettivo e ci permette di contribuire alla celebrazione del Centenario della Grande Guerra. Inoltre, ha importanzaa livello turistico. Si tratta di un sentiero per esperti, una ferrata in cresta, che attraversa tutta la dorsale che va dalla Valca- nale alla Val Dogna».
«Abbiamo scelto di rivolgerci a privati, perché chiedere un intervento pubblico avrebbe dilatato i tempi in maniera importante - ha aggiunto Uccelli -. Speriamo che la nostra opera serva da sveglia per iniziare a guardare la montagna anche come patrimonio turistico da valorizzare. Ora contiamo che questa nostra iniziativa venga copiata da altri, perché serve davvero poco, alla fine».
Scritto da Simonetta D'Este pubblicato dal Messaggero il 21/3/2016