Dal Galilea al bombardamento del 1944: il territorio ha pagato un alto prezzo.
CORDOVADO. La realtà di Cordovado nel periodo di occupazione tedesca non si discostava di molto dagli altri centri della zona, soprattutto dopo l’8 settembre quando parte dei giovani si schierarono con la Rsi perché costretti ad arruolarsi oppure aderirono al movimento partigiano per combattere i nazifascisti. L’organizzazione partigiana, come si legge nel libro “Cordovado: passato presente e futuro” di Luigi Tomat, era presente anche a Cordovado e nei suoi dintorni, soprattutto nelle campagne verso Morsano e Teglio Veneto dove operavano la XIV brigata Osoppo e la brigata Ottobrino della Garibaldi.
La piazza di Cordovado dopo il 1943 non registrò esecuzioni, che invece insanguinarono altre località friulane. Nel marzo del 1942 avvenne l’affondamento del Galilea: la nave trasportava per la maggior parte alpini appartenenti alla divisione “Julia” del battaglione Gemona. Oltre 900 i morti, tra cui otto penne nere cordovadesi. Per celebrare questo doloroso avvenimento il nome della via principale in centro storico, dal castello al santuario verrà cambiata da via Umberto I in corso Battaglione Gemona. Il 16 gennaio del 1944 un’incursione aerea sconvolse Suzzolins, tra Cordovado e Teglio Veneto, provocando otto morti e diversi feriti. Nel libro di Dario Bigattin “Cordovado 1915 - 1946” vengono approfondite le cause del bombardamento: «Verso le 22 una formazione aerea alleata composta da una sessantina di aerei lasciò cadere bombe dirompenti in aperta campagna nelle vicinanze dell’abitato di Suzzolins che colpirono rifugiati e alcuni giovani provenienti da Cordovado».
La polizia economica (ex Guardia di finanza) a Cordovado ebbe compiti di sorveglianza, in particolare sulla strada Portogruaro-San Vito, l’attuale regionale 463. Una garitta con sbarra era appoggiata alla casa di Umberto Bigattin, tra via Roma e vicolo Roiale con il comando probabilmente in asilo. La sede del comando tedesco si trovava invece in via Del Pino, nella sede della azienda agricola Variola (l’attuale ristorante “Curtis Vadi”) dov’era presente una grande area per il parcheggio dei mezzi militari.
Una figura che emerge distintamente tra i partigiani, solo di recente fatta conoscere, fu il comandante della locale stazione carabinieri, il maresciallo Augusto Della Giustina conosciuto anche col nome di battaglia “Bianco 2”. Più volte accusato d’essere cospiratore e capo partigiano seppe sempre con prontezza sfuggire a questi addebiti che avrebbero potuto costargli tragiche conseguenze. Nei registri della “Osoppo”, Della Giustina risulta inquadrato come partigiano combattente della IV Divisione “Osoppo”, XIV Brigata “Martelli”
col ruolo di vicecomandante della brigata.
Oltre al pittore Luigi Duz, altrettanto importanti appaiono le figure di Maggiorino Dri, apprezzato sindaco di Cordovado negli anni Sessanta, e dei giovani Luigi Cordenons e Benito Siniciali, entrambi giustiziati.